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UMBERTO GORI

Professore Emerito di Relazioni Internazionali, Università di Firenze, Italia

Umberto Gori (Italia, 1932) è Professore Emerito presso l’Università di Firenze. PhD in Organizzazione Internazionale (1969), dal 1975 al 2007 Professore Ordinario di Relazioni Internazionale e Studi Strategici presso “Cesare Alfieri” Facoltà di Scienze Politiche, Università di Firenze. É Professore di Relazioni Internazionali e Studi Strategici per lo staff ufficiali dell’Accademia Navale della Marina Italiana e per l’Istituto di Scienze Militari Aeronautiche. Nel passato ha condotto corsi di Strategia Globale presso la Scuola di Guerra dell’Esercito e altre istituzioni militari. Ha condotto corsi per l’Istituto Diplomatico del Ministero Affari Esteri e per istituzioni specializzate del Ministero della Difesa, nonché all’European Defence Agency (EDA). È stato inoltre direttore di ricerca per l’Unità di Analisi e Programmazione del Ministero Affari Esteri e per il Centro Militare di Studi Strategici (Ministero della Difesa).
È Presidente del Centro Universitario di Studi Strategici e Internazionali (CSSI) e Direttore dell’Istituto per gli Studi di Previsione e le Ricerche Internazionali (ISPRI). Ha ricoperto il ruolo di Direttore del Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Firenze (2004 - 2007). Tra i precedenti incarichi, è stato Direttore dell’Istituto Italiano per le Nazioni Unite, Visiting Professor all’Università di Parigi e in altre Università straniere (Germania e USA), nonché docente presso alcuni Ministeri degli Affari Esteri (Italia, Medio Oriente e Africa) per molti anni. Inoltre, è stato Direttore della testata Progetto Pace. È membro del Comitato Scientifico della Rivista Italiana di Scienza Politica e di Futuribili, e ha fatto parte dell’Advisory Board di International Interactions, The Journal of Conflict Resolution e del Board Editoriale di International Studies Quarterly. Le sue pubblicazioni (più di 200, tra cui 20 libri) riguardano tematiche di Organizzazione Internazionale, Relazioni Internazionali e Studi Strategici.

Onorificenze: Commendatore, Ordine al Merito della Repubblica, Medaglia d’Oro dell’Università di Firenze.

TECNOLOGIA AL SERVIZIO DELLA PACE

Dopo una breve illustrazione delle caratteristiche del sistema internazionale attuale caratterizzato da complessità, velocità di trasformazione, processi globalizzanti, sfide e minacce a scala planetaria, vengono definite le varie accezioni dei concetti utilizzati, tecnologia, violenza, pace, etc. Questi termini hanno una pluralità di significati. Ad esempio, la tecnologia può essere interpretata in senso hard e in senso soft; la pace è vista come assenza di guerra, assenza di conflitto, assenza di violenza, non-violenza, ma anche in senso positivo come situazione utopica e di totale e universale fruizione di tutti i diritti umani. Il concetto di pace cambia di significato anche a seconda delle diverse culture e ciò ha un riflesso sull’idea di tecnologia. Tutte le tecnologie sono multifunzionali, ma mai neutrali, come insegnano le teorie su come le società le influenzano.
Durante tutto l’arco della storia umana, le tecnologie sono state inventate e utilizzate più per la guerra che per la pace. Vengono quindi passati in rassegna vari esempi di tale utilizzo. Più raramente, e sopratutto in questi ultimi decenni, a evitare situazioni catastrofiche, si è cominciato a pensare a come le varie tecnologie possano servire alla pace, al benessere, alla libertà ed alla sicurezza degli esseri umani, ma ancora molto resta da fare. Le tecnologie per la pace sono di diverso tipo: di monitoraggio, di conversione, per azioni non violente e di difesa civile, di sabotaggio, di sopravvivenza, per risolvere conflitti.
Fondamentali sono le tecnologie di comunicazione decentrate: Internet, posta elettronica, cellulari, e tutto il know-how e software a esse relativo.
Di grandissime potenzialità sono le tecnologie utilizzabili nel ciberspazio. Ma si mostrerà anche come la pace presupponga il controllo di sé e l’abitudine al metodo scientifico.
Una urgenza particolare deve essere data alla ricerca e sviluppo (R&D) per inventare e/o potenziare nuovi strumenti tecnologici finalizzati alla pace e sicurezza umana.
Una strategia per la pace necessita di una innovativa politica per la tecnologia.

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