Art for Peace Award
2021
Alla Federazione Italiana Associazioni Fotografiche (FIAF) per l’indiscusso ruolo, e valore, che la fotografia ha avuto nel raccontare la pandemia grazie agli scatti di tanti cittadini che, pur non essendo fotografi professionisti, hanno condiviso immagini divenute icone di un drammatico momento storico.
2020
All’artista Joshua Cohen, per aversi fatto carico con lucidità, nel suo romanzo Il libro dei numeri, della funzione inquieta che è propria dell’arte, in questo caso della scrittura, mai come oggi incredibilmente necessaria: quella di mettersi in discussione, dubitare, discutere e confrontarsi.
2019
Agli artisti Francesco Bruni e Giuliano Montaldo, per il film Tutto quello che vuoi. Una pellicola intensa che vuole proporre una riflessione sulla contemporaneità e che si inserisce a pieno titolo nel dibattito proposto da Science for Peace 2019: il fascino pericoloso dell’ignoranza.
2018
All'agenzia fotografica Magnum Photos, per aver potuto immortalare, grazie ai suoi 60 fotografi, gli eventi più importanti del nostro tempo, dai conflitti alle rivoluzioni, ma anche dai momenti della vita quotidiana e dai personaggi del mondo dell'arte e cultura
2017
All'artista catalano Joan Fontcuberta, per essere riuscito a insinuare il dubbio sull'attendibilità della rappresentazione e per dimostrare quanto sia complesso raccontare la realtà, in un'epoca in cui tutti, avendo a disposizione una macchina fotografica, diventavano produttori di racconti visivi.
2016
All'artista albanese Adrian Paci, per aver espresso attraverso le sue opere i sentimenti di smarrimento, di solitudine, di lontananza che si associano all'esperienza della migrazione.
2015
Alla fotografa americana Stephanie Sinclair, per aver denunciato le violazioni dei diritti umani nel mondo, in particolare quelle perpetrate nei confronti delle donne, soprattutto nel caso di matrimoni precoci ancora celebrati in numerosi paesi.
2014
All'artista yemenita Murad Subay, per aver avviato il movimento dei graffiti nel suo paese all'indomani della Primavera araba.
2013
Alla cantante Fatoumata Diawara, in arte Fatou, per il suo faticoso impegno a sostegno dei diritti delle donne espressi attraverso la sua musica.
2012
Al romanziere e saggista David Grosmann, per il suo continuo sforzo di promuovere il dialogo e la sua opposizione alla violenza.
2011
Al fotografo e giornalista Joao Silva, per aver sottolineato attraverso i suoi scatti la necessità del cambiamento e per il suo impegno a realizzarlo.
2010
Al regista Xavier Beauvois, per il suo encomiabile film “Of Gods and Men”, ispirato alla vera storia dei monaci Tibetani, simbolo di tolleranza e fratellanza umana, uccisi dal GIA.
2009
Al direttore musicale Daniel Barenboim per aver creato la West-Eastern Divan Orchestra, che riunisce musicisti palestinesi e israeliani.
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